Missione in Alaska by Mykle Hansen

Missione in Alaska by Mykle Hansen

autore:Mykle Hansen [Hansen, Mykle]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2010-12-31T16:00:00+00:00


9

Ma non era proprio quello il punto? Non era quello il motivo per cui l'avevo portata qui? Per toglierla di mezzo, per liberarmi di quella palla al piede, per estirparmela come si fa con i peli nel naso?

Assolutamente no! Oh, no, Vostro Onore, è un'idea orribile, che non mi sarebbe mai venuta in mente. Uccidere la mia stessa moglie? La mia dolce sposa, lo zuccherino nel mio latte, il mio meloncino, il mio mal di testa da gelato? Oh, no, mai!

Pensavo piuttosto di delegare. L'Alaska è un territorio selvaggio e pericoloso - come si è visto - e non manca certo di insidie mortali a cui delegare incombenze quali appunto lo smaltimento delle appendici coniugali che tanto appesantiscono la vita dei manager moderni. Da queste parti la gente muore ogni giorno, specialmente quelli deboli, stupidi, incompetenti e brutti come Edna. Possono annegare in stagni non segnalati e non presidiati da bagnini. Possono cadere in precipizi, essere calpestati da alci, o dissanguati dalle zecche. E quando ancora non si ottiene il risultato voluto, c'è sempre il tragico incidente di caccia. E proprio per questo, in effetti, prima di partire avevo comprato a Edna una pelliccia con assortito colbacco, da Saks. Da lontano era un grizzly perfetto. Ma quella stupida stronza aveva rifiutato di mettersela.

- Mi fa sembrare grassa, - aveva detto.

- Baby, - le avevo pazientemente spiegato, - la pelliccia va benissimo. È l'essere grassa che ti fa sembrare grassa.

Ah, i pianti che si è fatta quando l'ho detto. È una piagnona da Guinness dei primati, la mia Edna, quando ci si mette è un autentico irrigatore da giardino. Non ha né senso dell'umorismo, né buon gusto, né tatto, e non ha la minima capacità di capire quando è il caso di starsene zitta. Ottime capacità piagnucolatone, però. Una delle grandi piagnone della nostra era.

Ti sei preso la persona sbagliata, Compare Orso. Dovevi mangiarti Edna, non me. Ero io, e non tu, e nemmeno Edna, quello che doveva farsi rapide e furtive scopatine nei boschi intorno al Campo Divisione Immagine. Ma Edna ha un incredibile talento per mandare a puttane ogni cosa che faccio.

Ricordo che stavamo facendo colazione, in tarda mattinata, al Campo Divisione Immagine. Frink e Halsey erano finalmente riusciti a convincere l'anemico fornello di Frink a cuocere (si fa per dire) un po' di uova con la pancetta. Quella sola impresa aveva richiesto quattro ore, durante le quali tutti gli altri continuavano a girare qua e là come serpi affamate, fumando sigarette e bevendo tazze su tazze di caffè freddo e sabbioso, e pulendo i fucili in preparazione della caccia grossa. Io non avevo dormito granché - per lo stesso motivo per cui Marcia del Controllo Prodotti stava ancora dormendo della grossa nella sua tendina - perché in quella stessa tendina monoposto, fra le 3 e le 4 di notte, avevo optato per l'accogliente didietro di Marcia rispetto al poderoso ronfare di Edna. Per cui non potevo neanche lamentarmi, in realtà, se non avevo dormito abbastanza. Ma il ritardo della colazione mi stava rendendo idrofobo.



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